La Consulenza Filosofica è una disciplina, la cui nascita è stata sancita nel 1981, anno in cui Gerd B. Achenbach aprì il primo studio di Philosophischen Praxis (letteralmente Pratica Filosofica) e successivamente tradotto in italiano con il termine Consulenza filosofica. Il principio ispiratore è il recupero della filosofia – divenuta, soprattutto nelle Accademie, troppo autoreferenziale e astratta – alla concretezza del vivere. L’assunto su cui poggia è che il filosofo contribuisca a far comprendere meglio, al singolo individuo, le modalità di conoscenza e di interpretazione della realtà, permettendo così di superare una statica circolarità del pensiero che gli impedisce di risolvere problematiche esistenziali, decisionali, relazionali o professionali. La Consulenza Filosofica, ossia il filosofare, ci spinge ad accettare il nostro stato di essere umano, a verificare l’origine del nostro campo d’azione, che avrà l’incarico di trasformarci, correggerci, purificarci per edificare la nostra salvezza, come dice Foucault. Salvarsi significa concederci di esistere. Con la Consulenza Filosofica affrontiamo la nostra “ri-nascita”, cercando di comprendere il punto di inizio. E ciò significa – alla fine – restituire senso alla vita, diventare essere significanti, avere padronanza di sé.
Per dirla con L. Lavelle (“La presenza totale”, Minerva italica, 1970, p.114): “É cogliendo l’essere a gradi che il nostro io si forma a poco a poco e, di conseguenza, afferra indivisibilmente se stesso dall’essere, nell’atto stesso in cui si forma”. E questo “essere” – magari inaccessibile fino a quel momento – vedendolo riapparire, lo riconosciamo, creando attorno a lui la tranquillità per sciogliere certe difficoltà in apparenza insormontabili e rendendo visibile una natura, una filosofia, una sorte di ordine interiore che ci si meraviglia di avere perduto. Un sorta di comprensione della propria mission, della propria origine. La nostra vita è preziosa. E non c’è esistenza più soddisfacente di quella in cui ognuno di noi, con la propria indispensabile missione, conduce superando problemi di varia natura e tracciando la strada per un futuro colmo di rinnovate energie, speranze. E andando incontro anche alla tempesta, non rifiutando il tragico, non sfuggendo alle ombre ed impurità della vita, non pretendendo di approdare ad una metafisica ottimista a tutti i costi, bensì affidandosi al tribunale della propria ragione, a quel Sàpere aude di kantiana memoria: abbi il coraggio di servirti della tua ragione! (Brani tratti da: Nicoletta Poli, Vite contro vento. La Consulenza Filosofica individuale, Milano, Ipoc Path of Culture, 2012.)