Capitolo IV RAPPORTI CON IL CLIENTE
Articolo 10. Rispetto e Dignità
Il Consulente Filosofico deve rispettare il cliente, quale sia la sua etnia, sesso, inclinazioni religiose, sessuali e culturali, idee e opinioni, i suoi problemi, la sua dignità e autonomia, senza formulare giudizi di valore e senza esplicitare opinioni che possano influenzare il cliente, che non siano di origine filosofica o riconducibili all’approccio filosofico.
Articolo 11. Dignità
Il Consulente Filosofico attraverso l’esercizio della sua professione deve garantire il rispetto della dignità del Cliente come essere umano.
Articolo 12. Ascolto
Le pratiche filosofiche sono fondate sul concetto di ascolto attivo . Il Consulente Filosofico, nell’esercizio della sua professione, deve ispirarsi al principio di ascolto come guida nel percorso di comprensione delle prospettive razionali ed emotive del Cliente ed al principio di epochè, come veicolo primario per l’instaurazione di una corretta relazione e come chiave di accesso per proporre nuove possibili prospettive in sinergìa con il sistema di valori del cliente che deve essere oggetto di consulenza.
Articolo 13. Autonomia
Il Consulente Filosofico deve promuovere il processo di autonomia del cliente, facilitando la sua partecipazione alle esplorazioni filosofiche e alla visitazione di percorsi riflessivi, con lo scopo di renderlo autonomo ed indipendente nel più breve tempo possibile. Il Consulente Filosofico deve astenersi dal fissare sessioni non necessarie; la pratica deve essere considerata terminata quando i motivi per cui il cliente ha richiesto la consultazione sono esauriti e non si percepisce alcun beneficio nella perpetrazione degli incontri.
Articolo 14. Informazione
Il Consulente Filosofico si impegna, preventivamente alla consultazione, ad informare il Cliente relativamente al costo degli incontri, rispetta il diritto all’informazione del Cliente, tramite una comunicazione chiara, accurata ed onesta relativa alla natura del servizio per cui è qualificato ad operare, chiarendo i suoi titoli e fornendo informazioni relative al suo percorso formativo, specificando, ove possibile, la tipologia delle tecniche che utilizzerà e le modalità con cui queste verranno proposte, accertandosi di evitare qualsiasi confusione con ambiti professionali diversi dalle pratiche filosofiche. A tal fine il Consulente Filosofico deve sottoporre all’attenzione del Cliente il modulo di consenso consapevole, accertandosi che il Cliente lo legga e lo sottoscriva prima di iniziare il percorso dialogico. Nel caso in cui il committente non sia il singolo Cliente che richieda una consultazione personale, ma si tratti di aziende, private o pubbliche o organizzazioni di qualsivoglia genere, le informazioni sopra citate devono essere formalizzate in documento di progetto.
Articolo 15. Tecniche applicate
Il Consulente Filosofico impiega durante la consultazione soltanto tecniche o metodi riconducibili alle pratiche filosofiche o per cui abbia ottenuto comprovata certificazione e per cui possa far valere un percorso formativo ufficiale e riconosciuto dall’AICoFi.
Articolo 16. Personalità dell’approccio
Il Consulente Filosofico, prima di entrare in una relazione dialogica con il consultante, deve accertarsi che egli abbia deciso autonomamente di intraprendere un percorso filosofico. Una volta instaurato il rapporto, il Consulente Filosofico si impegna a procedere negli incontri senza farsi sostituire da colleghi e senza sospendere il percorso se non a fronte di una decisione del Cliente o dell’impossibilità da parte del Consulente di mantenere il dialogo a livello filosofico o infine quando il Consulente percepisca la necessità per il Cliente di riferirsi ad un diverso professionista. L’unico caso in cui il Consulente Filosofico può accettare un incarico nonostante il Cliente non abbia espresso una volontà autonoma di intraprendere il percorso è in ambito aziendale/organizzativo in cui la committenza non coincide con chi usufruisce degli incontri. In tale contesto, qualora il Consulente Filosofico riscontrasse una forte opposizione da parte di uno o più consultanti, è tenuto a comunicarlo alla committenza.
Articolo 17. Consulenza Filosofica nei gruppi
Nel caso di intervento su gruppi il Consulente Filosofico è tenuto ad informare, nella fase iniziale, l’audience relativamente alle regole che governano l’intervento, l’utilizzo della tecnica o metodologia e la sua applicazione.
Articolo 18. Integrità
Il Consulente Filosofico deve condurre le sue consulenze all’insegna del rispetto della professione con un atteggiamento umano e professionale corretto. Deve rifiutare condotte, pratiche e conflitti di interesse che possano compromettere e/o ledere la reputazione della professione e di conseguenza dei colleghi.